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giovedì 23 aprile 2020


3 - LA STORIA DEL CAMPO

 "LE FRASCHETTE " di Alatri

I primi arrivi al campo 

delle popolazioni civili dal fronte orientale


Il campo di concentramento Le Fraschette entrò ufficialmente in funzione il 1° ottobre 1942. 
 Provincia di Frosinone, Fraschette d'Alatri
 Camp d'internés civils yougoslaves durant la période 1943-1944.

Per richiesta dello S.M. del R. Esercito il Ministero dell'Interno dovrebbe provvedere a sistemare nelle province del Regno un complesso di altri 50 mila elementi circa, sgombrati dai territori della frontiera orientale in seguito alle operazioni di polizia in corso. Detto contingente risulta da dati approssimativi pervenuti cosi composto: 
1-elementi pericolosi 20.000; 
2–elementi sospetti 5.000; 
3-che hanno richiesto la nostra protezione 10.000; 
4-donne abbandonate dai mariti, con bambini a carico 12.000; 
5-bambini privi di genitori tra i quali un'aliquota di lattanti 2.000. 
 Provincia di Frosinone, Fraschette d'Alatri

 Camp d'internés civils yougoslaves durant la période 1943-1944.


Essi sono attualmente internati nei campi territoriali di Gonars, Treviso e Padova, nonché nel Campo d'armata di Arbe. Inoltre, per richiesta del governatore della Dalmazia, dovranno essere sgombrati al più presto 2.300 elementi - in gran parte donne e bambini - che attualmente sono attendati nell'Isola di Melada, mentre il Comando Supremo ha comunicato che, d'intesa col Ministero degli Affari Esteri, è opportuno far affluire nel Regno 1.500 Montenegrini che si trovano nei Campi di concentramento dell'Albania.

Capacita' ricettiva delle provincie: la sistemazione degli sgombrati deve essere attuata nelle provincie dell'Italia Settentrionale e Centrale, dovendo escludere quelle dell'Italia Meridionale e Insulare per ragioni - soprattutto - di ordine militare. Le capacità ricettive di dette Provincie sono notevolmente ridotte per effetto della continua affluenza di connazionali rimpatriati dall'estero, dall'Africa Italiana e da altre zone di operazioni e di frontiera dall'inizio della guerra ad oggi. Inoltre nei mesi di luglio e agosto di questo anno sono stati avviati nelle regioni dell'Italia Settentrionale e Centrale oltre 3 mila sfollati (congiunti di ribelli e famiglie che avevano chiesto la nostra protezione) dalle Provincie del Carnaro e di Lubiana. Campo di concentramento “Le Fraschette” - Frosinone – Il Campo "Le  Fraschette", costruito per conto dei Ministero dell'Interno potrà ospitare al massimo 6 mila civili. 


 Provincia di Frosinone, Fraschette d'Alatri

 Camp d'internés civils yougoslaves durant la période 1943-1944.

Col 1 ottobre p.v. vi saranno ospitati oltre l.000 anglomaltesi - sfollati dalla Libia - attualmente residenti a Fiuggi-Montecatini Terme-Bagni di Lucca ed Ascoli Piceno - i quali attraverso l'opera di discriminazione compiuta dai Prefetti interessati e dal Segretario del Fascio di combattimento di Malta - sono risultati di sentimenti irriducibilmente anglofili. 

Nello stesso campo saranno fatti affluire i 2300 sgombrati dall'Isola di Melada, ove non potranno ulteriormente permanere perché sistemati provvisoriamente sotto le tende.
A prescindere dai problemi dell'alloggio, dell'alimentazione e della vestizione, è necessario tenere nel debito conto una considerazione di ordine politico.
L'attrezzatura dei campi di concentramento di cui dispone il Ministero dell'Interno è

 Provincia di Frosinone, Fraschette d'Alatri

 Camp d'internés civils yougoslaves durant la période 1943-1944.


ormai esaurita per gli internamenti predisposti. Gli sfollati della frontiera orientale dovrebbero quindi essere avviati nei Comuni che offrono ancora possibilità ricettive e di avviamento al lavoro, principalmente in quelli rurali. Ove si consideri che nei piccoli Comuni, nei quali dovranno essere smistati, spesso manca anche la stazione dei Carabinieri Reali, la vigilanza non potrà giungere ovunque pienamente efficace, e quindi questi nuclei di sfollati finiranno col costituire altrettanti focolai d'infezione che non sarà facile neutralizzare in pieno, determinando così un pericolo per la compagine politica del Paese e  per l'ordine pubblico. Giova anche tener presente che le popolazioni mal sopportano la loro presenza, essendo ad esse note le atrocità commesse dai ribelli contro i nostri soldati. Si ravvisa pertanto opportuno che gli elementi pericolosi e sospetti siano mantenuti nei campi di concentramento di cui dispone l'Autorità Militare. Il Ministero dell'Interno potrebbe, tuttalpiù, provvedere alla ricezione e sistemazione nelle provincie del Regno delle popolazioni che hanno richiesto la nostra protezione, delle donne e dei bambini, avvalendosi anche nei propri istituti, delle organizzazioni della G.I.L., e dell'Opera Nazionale Protezione Maternità ed Infanzia”.

 Provincia di Frosinone, Fraschette d'Alatri
 Camp d'internés civils yougoslaves durant la période 1943-1944.

Il 1° ottobre 1942, dunque, da Fiuggi, a scaglioni di 60 persone al giorno arrivarono gli anglo-maltesi. In tutto 780 civili, con precedenza per gli elementi isolati e successivo arrivo dei nuclei familiari. Terminata questa prima fase, iniziò il trasferimento di 2.300 internati dell’isola di Melada (Dalmazia) per gruppi di 250 al giorno. I nominativi furono comunicati alla Prefettura di Frosinone con distinti elenchi. Gli internati arrivarono a Le Fraschette con le poche cose che erano riusciti a portare con sé, pochi bagagli a mano presi all’ultimo istante dalle proprie abitazioni durante le concitate fasi del rastrellamento effettuato dalla polizia militare italiana. Ancora dalla Dalmazia. dopo questo nutrito primo gruppo, arrivarono altre 2.900 civili. 
Durante una riunione tenutasi a fine settembre presso il Comando supremo, si esaminò la questione della sistemazione complessiva di 25.000 civili provenienti dalla Jugoslavia.


 Provincia di Frosinone, Fraschette d'Alatri

 Camp d'internés civils yougoslaves durant la période 1943-1944.

Secondo i calcoli delle Autorità militari, 5.000 di detti internati sono costituiti da nuclei famigliari di proteggendi, 2.000 da bambini, 15.000 da uomini comunisti politicamente pericolosi e 3.000 da famigliari di elementi arruolati fra i ribelli”. L’Ispettorato dei Servizi di Guerra declinò l’invito ad occuparsi della totalità degli internati, escludendo in particolare dalla propria competenza i 18.000  definiti “politicamente pericolosi” di cui avrebbe dovuto occuparsi, invece, la Direzione Generale di P.S. Il passaggio importante del documento riguardò proprio la questione dello status da assegnare a quei 18.000 civili. Per l’estensore del documento “più che di internati si tratta di sfollati, con provvedimenti di carattere generale delle Autorità Militari, la cui sistemazione dovrebbe rientrare non nella competenza della Direzione Generale di P.S., poiché i campi di concentramento e le località di internamento, in conseguenza del continuo afflusso d’ internandi dalle nuove province e  dai territori occupati, sono del tutto saturi, non in grado di poter ospitare le 18.000 persone succitate”.




Il 19 novembre 1942, l’on.Guido Buffarini-Guidi, Sottosegretario di Stato per gli affari dell’Interno, inviò alcune riflessioni al Duce sottolineando quello che stava accadendo. I numeri di cui era in possesso il Sottosegretario assommavano a ben 50.000 cittadini sloveni sgombrati dai territori della frontiera orientale in seguito ad operazioni di polizia. Di questi, 25.000 presentavano problemi di pericolosità politica. La sistemazione di queste persone, secondo il Sottosegretario, doveva essere realizzata nelle province dell’Italia centro-settentrionale, per ragioni di ordine militare. L’on. Buffarini fece di nuovo esplicito riferimento a quel che si stava realizzando a Le Fraschette.
Con Decreto del 26 novembre dei Ministri delle Finanze e dell’Interno, si dotò  il campo di un adeguato personale civile non di ruolo per la gestione di circa 7.000 presenze preventivate. 

dal libro "le Fraschette di Alatri da campo di concentramento a centro raccolta rifugiati e profughi" di Costantini e Figliozzi

Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo 


le immagini degli internati slavi sono tratte dall'archivio storico ICRC
ringrazio Michela Micocci per l' aiuto nella ricerca
 e Corrado Cittadini per il restauro delle fotografie


Copyright: ICRC ARCHIVES (ARR)


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