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sabato 12 febbraio 2022

 CARLO COSTANTINI

 

Martedì sera, 8 febbraio 2022, abbiamo perso la straordinaria figura di Carlo Costantini  . Scompare con lui un protagonista e un testimone prezioso del Novecento alatrense, che con sobrietà, garbo e umiltà ci ha raccontato  tanta parte della storia cittadina e non solo. Il suo lavoro, la sua laboriosità, la sua semplicità non muoiono con lui, ma restano “tesori” che custodiremo

 Fu Partigiano, cattolico osservante e Sindaco della città di Alatri, oltre ad essere  Consigliere Nazionale dell’ANPC era Presidente provinciale di Frosinone, dove per anni ha lavorato per portare alla conoscenza dei giovani il contributo dei Cattolici alla resistenza

Ci ha lasciato molti scritti che narrano le vicende di guerra nel territorio ciociaro. Grande il suo impegno e la tenacia per ridare vita all’ex campo di concentramento “Le Fraschette” di Alatri, luogo per troppo tempo abbandonato ma che ancora potrebbe testimoniare le sofferenze e i dolori patiti da quanti in quel luogo sono stati costretti a soggiornare. Non è riuscito, a vedere il progetto realizzato.

 Carlo è stato per tutti noi faro, guida, amico, prezioso e sensibile testimone nella nostra continua ricerca storica sulle vicende del campo delle Fraschette. Sempre disponibile, attento, vicino, ha dedicato la sua lunga e luminosa esistenza all'Impegno, con la I maiuscola, che tanto frutto ha prodotto per la nostra città.

Da oggi siamo tutti un po' più poveri e più soli senza la sua saggia presenza, ma siamo anche contenti e onorati di aver percorso accanto a lui un tratto della sua vita.

 

 

video realizzato da Maria Novella De Luca
 per l'associazione IL CAMPO  aps 
in ricordo di Carlo Costantini e del suo costante impegno per il campo Fraschette

Da tu news 24.it

https://www.tunews24.it/2022/02/11/alatri-lultimo-saluto-a-carlo-costantini/

Ex sindaco, era conosciuto anche per i suoi trascorsi da partigiano cattolico e per le tante battaglie nel campo dell’associazionismo. Ieri i funerali di uno dei testimoni storici della vita sociale e politica della comunità negli ultimi decenni

Se ne è andato uno dei testimoni della vita di Alatri degli ultimi decenni: a 96 anni è morto Carlo Costantini, già Sindaco di Alatri dal 1965 al 1974. La comunità della cittadina ernica lo ha salutato nella mattinata di ieri con le esequie nella Collegiata di Santa Maria Maggiore.

Scompare un uomo che ha fatto dell’impegno sociale e politico un credo di vita. Esponente di spicco nella Democrazia Cristiana della provincia di Frosinone, è stato per anni un punto di riferimento importante nella vita amministrativa della città. Restando, oltretutto, anche un esempio di vita per tanti per la sua opposizione al nazifascismo, attraverso i contributi sul giornale “Libertà” e la partecipazione al Movimento partigiano cattolico. Un uomo mite e pacato, sempre a disposizione di tutti e soprattutto conoscitore, come pochi, della storia di Alatri e della provincia di Frosinone.

La sua scomparsa ha provocato decine di reazioni, in particolare tra coloro che avevano avuto modo di conoscerne il livello morale e culturale. Queste le parole del sindaco Maurizio Cianfrocca: «La scomparsa di Carlo Costantini rappresenta una grave perdita per la nostra Alatri. Carlo, oltre che Sindaco, ha rappresentato un pezzo di storia per le sue molteplici attività rivolte sempre alla salvaguardia dei principi basilari della nostra Costituzione. Adesso, tornato alla casa del Padre, vigilerà sulla sua città e sul mondo dell’associazionismo che è stato parte fondante della sua attività sociale. Un grazie a lui per tutto quello che ha fatto per la nostra comunità e sentite condoglianze alla sua famiglia».

Nelle ultime ore sono arrivate anche le parole dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani: «Ha lasciato questa terra serenamente come aveva vissuto, memoria storica dell’ANPC, oltre ad essere Consigliere Nazionale era Presidente provinciale di Frosinone, dove per anni aveva lavorato per portare alla conoscenza dei giovani il contributo dei cattolici alla resistenza. Ci ha lasciato molti scritti che narrano le vicende di guerra nel territorio ciociaro. Grande il suo impegno e la tenacia per ridare vita all’ex campo di concentramento “Le Fraschette” ad Alatri luogo per troppo tempo abbandonato ma che ancora potrebbe testimoniare le sofferenze e i dolori patiti da quanti in quel luogo sono stati costretti a soggiornare. Non è riuscito, a vedere il progetto realizzato».

 

«L’amico Carlo – ci dice lo storico e giornalista Giorgio Alessandro Pacetti – si è distinto nel tessuto della vita sociale, per quanto di bello e importante è riuscito a fare sia per la sua città natia Alatri e sia per le Associazioni che lo hanno visto sempre protagonista, divenendo punto di riferimento per intere generazioni. Il fervore profuso nel difendere e rappresentare i valori di lealtà, di operosità, di associazionismo volto al bene collettivo, ora siano per te Carlo, nel Regno del Padre, perle di eternità». E proprio a proposito dell’impegno di Carlo Costantini per il Campo “Le Fraschette” non si sono fatte attendere le parole della studiosa Marilinda Figliozzi: «Carlo è stato per tutti noi faro, guida, amico, prezioso e sensibile testimone nella nostra continua ricerca storica sulle vicende del campo delle Fraschette. Sempre disponibile, attento, vicino, ne ricordiamo oggi la sua militanza politica e sociale che iniziò quando nessuno di noi era ancora nato. Partigiano, cattolico osservante, sindaco, ha dedicato la sua lunga e luminosa esistenza all’Impegno, con la I maiuscola, che tanto frutto ha prodotto per la nostra città. Da oggi siamo tutti un po’ più poveri e più soli senza la sua saggia presenza, ma siamo anche contenti e onorati di aver percorso accanto a lui un tratto della sua vita».


le parole di Fabio di Fabio in occasione delle esequie di Carlo :


Carlo Costantini non è stato solo il Sindaco di Alatri, apprezzato e mai dimenticato.

E’ stato davvero molto altro.

Al di là dei suoi diversi incarichi politici ed amministrativi, dei suoi ruoli all’interno di varie associazioni, dei suoi innumerevoli interessi, è stato, soprattutto, un maestro di vita e di impegno civile. Un maestro appassionato fino all’ultimo: di quelli che suscitano ammirazione, spirito di emulazione, desiderio di azione.

E’ stato un cristiano convinto, testimone coerente della sua fede, anche dentro la temperie della lotta politica.

E’ stato un democratico autentico, difensore della libertà e della partecipazione matura alla vita sociale e politica, un interprete fedele dei valori della Costituzione italiana.

Gli anni della sua giovanile militanza antifascista, caratterizzata anche dalla redazione del giornale clandestino “Libertà”, ne hanno segnato indelebilmente la visione ideale ed anche la ragione profonda di tutta la sua successiva esperienza umana e politica. E spesso, ancora recentissimamente, tornava con la mente e con viva passione al coraggio e all’entusiasmo di quegli albori.

Prova ne sono l’impegno e la dedizione con cui ha partecipato alla fondazione dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani e, poi, all’attività di formazione e monito per le giovani generazioni, promossa da quest’ultima, finanche con incontri con gli studenti della nostra città. Ma anche le bandiere tricolori che, il 25 aprile ed il 4 novembre di ogni anno, faceva scendere dalle finestre di casa sua, in Corso della Repubblica, e che riempivano di commozione chi vi passava sotto con il corteo istituzionale e guardava su. Ed, ancora, la collaborazione illuminante con la commissione consiliare speciale che ha inteso intitolare luoghi pubblici a concittadini che soffrirono e perirono per la follia nazifascista. 

Ha accompagnato con saggezza, e mai con invadenza, l’avvicinarsi alla politica ed il “muovere i primi passi” di tanti giovani di tante generazioni, seminando in tutti, credo, quella fiducia nella buona politica e quella speranza di potersi impegnare per gli altri, senza necessariamente sporcarsi. Anche quando ebbe qualche delusione.

Spesso andavamo da lui a chiedere consigli ed egli, talvolta anche con ironia, dispensava risposte che non erano, in realtà, soluzioni bensì indicazioni di un percorso di comprensione, di discernimento: perché le soluzioni spettano alla responsabilità di ciascuno, ci spiegava.

Negli ultimi tempi, quando avevamo assunto responsabilità politiche ed amministrative, era lui che ci chiamava e ci chiedeva di interessarci di questa o quell’altra questione che interrogava la sua ancora vivace coscienza civile. E qui vorrei soltanto ricordare il fascino di quegli incontri, il senso di una responsabilità antica e condivisa ma anche la leggerezza che respiravamo nel suo studio, al primo piano della sua casa: la sua scrivania dietro la quale ci cominciava a parlare, poi offrendoci le sue cartelle intitolate, con dentro quello che egli chiamava il “materiale” di studio che aveva raccolto e preparato: normativa, rassegna stampa, appunti da lui scritti a mano sull’argomento.

Una delle passioni che hanno animato gli ultimi anni della sua esistenza terrena e del suo impegno è stata la riqualificazione del Campo delle Fraschette per farne un monumento alla memoria della sofferenza e della vita di chi vi aveva trascorso mesi o anni di restrizioni e solitudine. Spesso ci ricordava, con il suo umorismo, che prima o poi sarebbero scadute le “proroghe” concessegli dal Signore e che avrebbe desiderato vedere realizzato questo suo sogno. Purtroppo, non abbiamo fatto in tempo, malgrado l’impegno e la presenza di un progetto finanziato. E questo è un cruccio che ci portiamo dentro in parecchi. Ma se un giorno tale monumento vedrà la luce non potremo che esser grati a Carlo e ricordarlo in modo adeguato.   

Carlo è stato consigliere comunale della Democrazia Cristiana dal dopoguerra e per oltre venti anni consecutivi; è stato sindaco della città dal 1965 al 1974; è stato presidente del Comitato di gestione dell'Unità sanitaria locale FR2; è  stato segretario provinciale della Democrazia Cristiana oltre ad aver ricoperto numerosi incarichi dirigenziali di un partito che, in quegli anni, raccoglieva il maggior consenso elettorale nella nostra città, nella nostra provincia e nel Paese. La moglie, la cara Anna, una volta mi disse di ricordare quando, nel cuore della notte, si metteva a sedere sul letto per appuntarsi i nominativi di persone e giovani da coinvolgere nella vita politica del partito e nelle elezioni, anche come candidati al consiglio comunale. Delle sue tante intuizioni e realizzazioni amministrative, come sindaco della città, mi piace ricordare l’attenzione a quelle famiglie che ancora vivevano in case poco accoglienti, prive di pavimenti, a cui si offrì un contributo comunale per la costruzione di un’abitazione più dignitosa; ed anche il progetto e l’avvio dei lavori della nuova scuola media “Dante Alighieri” insieme all’apertura di ben quattordici plessi di scuola dell’infanzia,  l’edificio nuovo della casa di riposo “G.B. Lisi”, l’approvazione del Piano regolatore generale.

Ha avuto la tessera n.1 del PPI, a livello provinciale, quando questo ha raccolto l’esperienza e l’eredità della DC nel 1994.

Il suo impegno ecclesiale lo ha portato a svolgere un ruolo di promotore delle confraternite sul territorio (quali realtà di crescita comune nella fede e nella tradizione) e, soprattutto, di un coordinamento diocesano delle stesse. 

Ma Carlo è stato anche un marito, un padre, un nonno esemplare, amato, prima ancora che rispettato, dai suoi familiari; ai quali ha insegnato la fede cristiana, la responsabilità nell’impegno in favore dell’altro, la passione civile.

Da oggi, Carlo, continua a pregare, da Lassù, per la tua amata famiglia, per la tua amata città, per tutti noi.