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venerdì 7 dicembre 2012


Lettera di Pericle Soutsous 
pubblicata sull’”Avanti!” del 24 ottobre 1951
dal libro "le Fraschette di Alatri da campo di concentramento a centro raccolta rifugiati e profughi"


Egregio Direttore,
ho l’onore di domandarvi di esercitare la vostra influenza per salvare la mia vita che si trova in pericolo. Mi chiamo Pericle Soutsous, figlio di Evangelo e di Eli Soutsous. Sono nato ad Atene il 3 gennaio 1923. Sono un ex ufficiale della marina da guerra greca. Partito dalla Grecia il 2 settembre 1951 con una barca a motore sono giunto in Italia  sbarcando a Siderno il 7 settembre 1951. Dalla Grecia sono partito clandestinamente, pesando sulla mia testa, sin da 1948, la condanna a morte inflittami dal governo monarchico-fascista greco in seguito alla mia attività di partigiano della pace. Giunto in Italia e fermato dalla polizia consegnai subito, alla prima richiesta,tutta la mia fortuna, vale a dire 44 sterline d’oro e 163.000 dracme. Mi si impedì di portare con me alcuni vestiti che possedevo. Durante l’interrogatorio dissi la verità. Alla domanda dove desideravo andare risposi che se non mi era possibile andare in Francia, avrei desiderato raggiungere la Romania o la Cecoslovacchia. Fin qui tutto bene. Il 15 settembre 1951 dal carcere venni trasferito al campo di Fraschette (C.R.P.S.) , presso Alatri. Dopo 35 giorni che sono in Italia non ho ancora ricevuto né il mio denaro né i miei vestiti. Si avvicina l’inverno e non ho di che coprirmi. Sono malato di stomaco e non ho denaro per comperare i cibi. Ho fatto richiesta di lasciarmi agire per riavere indietro il mio denaro e la Direzione del campo non l’ha accolta. Così pure mi è stato rifiutato il permesso di vendere alcuni oggetti personali che ancora porto con me. Mentre io mi trovo prigioniero, gli ospiti del campo, quasi tutti ex nazisti, hanno la più piena libertà di allontanarsi dal campo. Feci domanda di andare all’Ambasciata romena e un funzionario del campo mi rispose che se avevo intenzione di andare in Romania sarei stato rinviato in Grecia. Il 10 settembre 1951 faccio domanda , per la seconda volta , di andare sotto scorta all’Ambasciata romena e il Direttore me la rifiuta. Così son quasi sicuro che mi voglia presto rimandare in Grecia. Per me vuol dire la fucilazione. Se ciò accadrà non avrò paura della morte. Ma è in nome della lotta per la pace, in cui tutti gli uomini democratici del mondo sono impegnati, che vi chiedo di porgermi il vostro autorevole aiuto.
                                                                                  Pericle Soutsous 


Nel 1951 l’ “Avanti” pubblicò una serie di articoli in cui si affermava che il centro profughi ospitava oltre ai volgari delinquenti, ai trafficanti di valuta, ai contrabbandieri di tutte le nazionalità, i militi di Kappler, i brigatisti di Pétain, gli Ustascha di Pavelich, gli anticomunisti romeni, ungheresi, cecoslovacchi e polacchi  L’inchiesta era nata a seguito di una lettera pubblicata dal giornale il 24 ottobre scritta da un ufficiale dell’ex marina greca Pericle Soutsous, internato a Le Fraschette, che si lamentava della poca libertà. Il giornalista Mario Gallo in visita ad Alatri racconta di aver trovato in un bar “ un gruppo di tedeschi attorno a una bottiglia di cognac, un po’ brilli, allegri e festanti come scolaretti in vacanza..” dall’inchiesta venne fuori che, diversamente dal Sousous, alcuni godevano di troppa libertà, e tra questi anche l’ex tenente delle SS Feuchtinger reo confesso davanti alla Corte marziale tedesca e condannato per stupro e omicidio: si trovava al Campo ed “ha vitto e alloggio gratis, circola liberamente (…) ha chiesto di emigrare e il permesso gli era stato accordato senza tante difficoltà”.

All’inchiesta seguì l’interrogazione parlamentare dell’ On. Giuliana Nenni e vivaci discussioni in consiglio comunale. Nella seduta del 16 dicembre 1951 all’interrogazione presentata dal consigliere dott. Minnocci in cui si chiedeva al Sindaco “se egli è intervenuto o intende intervenire presso l’ autorità competente per reclamare provvedimenti atti ad evitare il ripetersi nella nostra città dei fatti incresciosi e intollerabili denunciati all’opinione pubblica dall’Avanti”, il Sindaco Avv. Emanuele Lisi precisò che “i fatti erano a conoscenza del ministero dell’Interno e che il Sindaco non ha veste per interferire sull’andamento interno del Campo. Al contrario, quando sono accaduti incidenti nell’ambito della Città…. è sempre intervenuto energicamente presso le competenti autorità per reclamare più severe sanzioni)(…)Dato l’indirizzo di effettiva democrazia che ora guida indistintamente tutte le istituzioni italiane, non deve sorprendere se i profughi stranieri (…). sono trattati con fiducia da parte del personale dirigente e se viene loro accordata una larga libertà di movimento fino a quando i medesimi se ne dimostrino meritevoli. Alcuni di essi hanno abusato, ma questa constatazione non può indurre la direzione del Campo a stringere i freni anche nei confronti di coloro che hanno dato prova di buon comportamento. È da escludere che la Direzione usi ,per motivi politici, una diversità di trattamento tra profughi di diverse nazionalità.(…)” Il consigliere Minnocci, nella replica precisò che al Sindaco chiedeva di “farsi interprete presso il ministero dell’Interno delle proteste della popolazione di Alatri per le sconcezze verificatesi nella nostra città a opera dei profughi stranieri che continuano a compiere gesti criminali e a scorazzare liberamente anche al di fuori di Alatri in frequente e stretto contatto con elementi neofascisti”.

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Con preghiera di citare la fonte in caso di utilizzazione del testo  


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