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domenica 11 novembre 2012

Campo "Le Fraschette" - Alatri

La storia del campo Fraschette di Alatri è la sintesi di mezzo secolo di storia dell’Europa e del nord Africa, che è trascorso vicino a noi, ci ha sfiorato, senza che la nostra gente di Alatri ne abbia colto la reale portata. Ben pochi, infatti, si sono resi conto di chi siano stati gli “ospiti” e del perché condotti proprio a Fraschette: comunque di quanto dolore sia stato versato nel Campo, perché tutti, buoni e meno buoni, erano stati costretti a lasciare la Patria, la casa, la famiglia, gli amici, gli affetti.


Il campo di concentramento Le Fraschette entrò ufficialmente in funzione il 1° ottobre 1942 per perseguire, attraverso un massiccio trasferimento di popolazione, una "bonifica etnica"
Arrivò ad ospitare fino a 5500 internati, tra cui molti bambini ed anziani, i quali, vissero in condizioni disagiate a causa della carenza di cibo, medicinali e vestiario. I primi ad arrivare furono gli anglo-maltesi residenti in Libia, poi iniziò il trasferimento di civili provenienti dalla Venezia Giulia, dalla Slovenia, dalla Dalmazia e dalla Croazia. A questi si aggiunsero alcune centinaia di confinati politici. Gli internati arrivarono a Le Fraschette con le poche cose che erano riusciti a portare con sé, pochi bagagli a mano presi all’ultimo istante dalle proprie abitazioni durante le concitate fasi del rastrellamento effettuato dalla polizia militare italiana.
Subito dopo la fine della guerra, il Campo fu interamente ricostruito e venne utilizzato per l’internamento degli “stranieri indesiderabili”. Il governo italiano aveva disposto l’identificazione e l’internamento dei profughi “indesiderabili”: criminali di guerra, criminali comuni, collaborazionisti, ustascia, ecc.. Tale fatto comportò che spesso si trovarono ad essere discriminati anche esuli istriani, stranieri senza documenti, rifugiati d’oltrecortina ai quali non era stato riconosciuto lo status di rifugiato politico.
Dagli anni ’60 inizia l’ultima parte della storia del Campo Le Fraschette. Una storia che è legata alla fine del colonialismo, quando nazioni come l’Egitto, la Tunisia e poi la Libia decretarono nazionalizzazioni ed espulsioni degli immigrati europei.
Questa sorte toccò, ovviamente, anche a molti nostri connazionali che vennero ospitati nel Centro Raccolta Profughi di Alatri.
Fu in questo periodo, infatti, che il Campo Le Fraschette entrò nella sua “terza fase”: i capannoni furono ristrutturati e resi più fruibili, pronti ad ospitare gli italiani che vennero rimpatriati, ad ondate, per un decennio almeno.

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